Il ricordo che insegna.

Emanuela Carla Marabini

Emanuela Carla Marabini

Tempo di lettura: 3 minuti

27 GENNAIO, GIORNO DELLA MEMORIA.

27 gennaio - giorno della memoria

Al liceo, una delle mie insegnanti di tedesco si chiamava Gisela. Donna d’intelligenza fine e di umanità straordinaria, con una risata aperta e sempre pronta, aveva un modo speciale di insegnarci la letteratura, e la vita.

Gisela sentiva, addosso, il peso della storia del suo Paese. Ne sentiva una specie di responsabilità ereditata.

Durante una lezione di storia della letteratura tedesca, quasi parlando tra sè e sè, con gli occhi che guardavano lontano nel tempo, con un’intensità che mi è rimasta scolpita nei ricordi, confessò che non si capacitava di come un’intera nazione, quella dove lei era nata e cresciuta, avesse potuto ignorare, per anni, gli orrori che stavano compiendosi ogni giorno.

In Europa, con la Germania nazista che dirigeva questo macabro concerto, dal 1933 al 1945, tra i 15 e i 17 milioni di uomini, donne e bambini furono vittime di una follia collettiva; tra i 5 e 6 milioni erano ebrei; gli altri erano minoranze etniche, omosessuali, disabili, dissidenti politici.

Gisela si chiedeva come tutti quei milioni di esseri umani avessero potuto scomparire nel nulla, sotto gli occhi, le orecchie, il naso e la bocca di tutti.

Dopo anni, ho ancora il ricordo emotivo di quella lezione, rammento ogni parola, ogni istante. Uno dei momenti che mi hanno cambiato la prospettiva.
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Io non c’ero all’epoca dell’Olocausto, ma ne sono sempre stata toccata intimamente; ho visto film e documentari, letto libri e poesie, ascoltato canzoni, su quello che è stato un momento particolarmente buio della storia dell’umanità.

Ricordo la poesia Scarpette Rosse; la imparai alle elementari.

Ricordo Auschwitz, la famosa canzone di Francesco Guccini; la cantavamo nelle nostre scampagnate adolescenziali.

Ricordo alcuni titoli di film:

  • La vita è bella
  • Schindler’s List
  • Il diario di Anna Frank
  • The Reader – A voce Alta
  • La scelta di Sophie
  • Il pianista
  • La tregua
  • Train de vie – Un treno per vivere
  • Shoah, il film
  • La signora dello zoo di Varsavia

Credo che sia responsabilità di ognuno di noi ricordare e tramandare il ricordo ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai nostri studenti, affinché nulla di simile possa accadere di nuovo, affinché nessuno volti lo sguardo altrove, mentre un qualsiasi crimine accade davanti ai suoi occhi.

Al momento della Liberazione, quando il Comandante delle Forze Alleate, Generale Dwight D. Eisenhower, vide le vittime dei campi di sterminio, ordinò che tutto fosse documentato, anche fotograficamente, e fece in modo che i tedeschi delle città vicine fossero accompagnati a quei campi, a vedere con i loro occhi, e volle che seppellissero i morti.

E’ storica la sua frase, davanti a quell’orrore, mentre sceglieva di trascendere la pietà, che avrebbe suggerito di calare un velo di rispettoso silenzio, a favore del potere della memoria: ‘Che si tenga il massimo della documentazione, che si facciano filmati, che si registrino i testimoni, perchè, in qualche momento durante la storia, qualche idiota potrebbe sostenere che tutto questo non è mai successo’.

I documenti ufficiali dell’Olocausto mostrano soprattutto foto collettive dei deportati. Vederli da un tempo lontano, sopravvissuti e morti, tutti insieme, in gruppo, ammucchiati, benché toccante, ci ha comunque sempre permesso di spersonalizzare le vittime e, di conseguenza, di rendere più sfumato il crimine.

Solo che … ognuno di quegli uomini, donne, bambini accatastati nelle fosse,  era una persona, con la sua storia, con la sua famiglia, con le sue emozioni, con i suoi sogni.

Trovo quindi un gesto di rispetto e di valore il poter restituire, almeno a coloro che sono noti, il diritto di essere ricordati come singoli esseri umani.

Questa iniziativa ce ne offre la possibilità; puoi collegarti con un clic a questa pagina dello Yad Vashem, il Centro di Rimembranza dell’Olocausto e abbinare il tuo nome a una di queste persone e, magari, accendere una candela, affinché porti luce alle anime dei morti e alle menti dei vivi.

Yad Vashem - 27 gennaio - Giorno della Memoria

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