Obiettivi, distrazioni, ostacoli.

Emanuela Carla Marabini

Emanuela Carla Marabini

Tempo di lettura: 4 minuti

TUTTO QUELLO CHE HO IMPARATO DA UN GHEPARDO A CACCIA NEL SERENGETI.

Tanzania - Serengeti - ghepardi a cacciaIn un momento molto triste della mia vita, uno di quelli in cui sembrava che il mondo mi fosse crollato addosso, decisi di farmi un bel regalo, qualcosa di ancora più efficace di un paio di scarpe col tacco 12, il cui potere taumaturgico è riconosciuto dalla maggior parte delle donne.

12 giorni di safari in Tanzania. Ecco cosa ci voleva!

Per me, l’Africa è “casa” ed essere in safari è un balsamo per l’anima; silenzio, pace, tempo dilatato, grandi spazi, natura selvaggia e primordiale, giornate scandite dal ciclo del sole, tramonti che scaldano il cuore, notti illuminate da milioni di stelle. 

Parto con mio fratello Paolo e sua moglie Silvia, entrambi affascinati dall’idea di un lungo safari, soprattutto Paolo, appassionato fotografo, che ringrazio per queste immagini. Un bel ritrovarsi, dopo tanti anni (la nostra vacanza precedente risaliva all’adolescenza). 

Siamo nel cuore del Serengeti, tra mandrie di zebre e bufali in perenne migrazione, alla ricerca di uno scatto speciale.

All’improvviso Bahati, la nostra guida, si ferma, spegne il motore del fuoristrada scoperto e si mette comodo. E noi con lui.

A breve distanza, all’ombra di una grande acacia, una coppia di ghepardi, mamma e figlio, sono immobili; sembra stiano sonnecchiando (invece no).

Sullo sfondo, un centinaio di gazzelle pascolano, guardinghe. All’improvviso, uno dei due ghepardi rizza le orecchie, il pelo sul dorso si solleva.

Pochi secondi dopo, entrambi scattano e si lanciano sul branco di gazzelle che corrono, come impazzite, in un fuggi-fuggi generale. C’è una gran confusione, polvere ovunque.

In meno di un minuto, mamma ghepardo, con fulminea scioltezza, secondo un ordine naturale delle cose, ha la sua preda in bocca. E noi ce l’abbiamo di fronte, a meno di due metri, perché Bahati sapeva, fin dall’inizio, dove sarebbe avvenuto l’attacco. Ci spiega che, per tutta la mezz’ora precedente, aveva tenuto i suoi occhi puntati sullo sguardo di mamma ghepardo che, a sua volta, seppur in apparente riposo, aveva sempre mantenuto lo sguardo su una sola ed unica gazzella.

Scopriamo che si trattava di una lezione di caccia che la madre stava impartendo al suo piccolo, il quale, ancora inesperto, si era disorientato e “perso”, in mezzo al branco di gazzelle in fuga.

In realtà, per me, è stata una  lezione di vita. Mi sono resa conto che quel ghepardo, tutt’altro che dormiente, stava semplicemente conservando la sua energia per utilizzarla tutta al momento opportuno, consapevole che, una volta identificato il suo obiettivo, quell’unica gazzella, avrebbe mantenuto gli occhi puntati esclusivamente su di lei, lasciando sullo sfondo tutto il resto del branco, anche nel momento di massima confusione.

Tutti abbiamo degli obiettivi, grandi e piccoli, a volte li chiamiamo desideri. Quante volte ci capita di non raggiungere i nostri obiettivi, semplicemente perché ci lasciamo distrarre da mille altre (apparenti) priorità o ci lasciamo demotivare da qualche temporaneo ostacolo?

Quando ci distraiamo o ci demotiviamo, noi perdiamo l’allineamento al nostro progetto e limitiamo il nostro innato e naturale potere di rendere manifesto il nostro desiderio.

L’allineamento al nostro obiettivo o desiderio è qualcosa che segue un flusso naturale ed è privo di sforzo, anche se richiede impegno. Siamo allineati, quando sappiamo cosa vogliamo, come qualcosa che è già parte di noi, come il ghepardo sa che la gazzella è parte del corso naturale della sua vita.

Anche se, qualche volta, per inesperienza o distrazione, potremmo trovarci a vestire i panni del ghepardo cucciolo e correre disorientati e senza meta in mezzo alla polvere, possiamo sempre far tesoro dell’insegnamento di mamma ghepardo e addestrarci a nostra volta. 

Innanzitutto chiariamo bene il nostro obiettivo, andando ad attingere alla nostra saggezza innata, che sa esattamente cosa vogliamo (IL GHEPARDO SA CHE VUOLE LA GAZZELLA).

Se abbiamo le idee confuse, diamoci del tempo per chiarirle; se siamo stanchi, riposiamo; impariamo a stare fermi (I GHEPARDI CHE RIPOSANO ALL’OMBRA). E’ assolutamente lecito e sano.

Una volta chiarito l’obiettivo, è utile stabilire i tempi in cui intendiamo raggiungerlo che, anch’essi, diventano parte di quell’obiettivo.

Nel definire gli obiettivi / tempi, può essere utile distinguere:

  • cosa è importante,
  • cosa è urgente,
  • cosa è importante e urgente,

partendo sempre dal nostro bisogno e desiderio più profondo, quello che sentiamo essere vitale per noi (per il ghepardo, GAZZELLA = VITA) e cogliendo l’occasione per eliminare, sul nascere, tutto quello che non è un obiettivo.

A questo punto, orientiamo la nostra coscienza a mantenere l’attenzione su quell’obiettivo, in modo fluido e leggero (te lo ricordi il ghepardo rilassato prima dello scatto?), anche quando la vita cercherà di distrarci, offrendoci un’infinità di gadgets, addirittura più volte nella stessa giornata (LE GAZZELLE CHE CORRONO, TUTTE INSIEME, ALL’IMPAZZATA).

Magari abbiamo più obiettivi; in tal caso proviamo a definire:

  • obiettivi a breve termine,
  • obiettivi a medio termine,
  • obiettivi a lungo termine,

in modo da poter dedicare la giusta attenzione, nei giusti tempi, ad ognuno di essi.

Naturalmente, se le circostanze cambiassero e sopraggiungessero contrattempi o reali urgenze, o dovessero emergere nuove informazioni che portano a rivedere i piani, è bene prenderne coscienza e, magari, modificare i tempi, i modi e, a volte, gli obiettivi stessi. Va bene tutto, purché sia fatto in modo cosciente.

Grazie mamma ghepardo; mi ricorderò anche di te.

Se stai definendo il tuo obiettivo, oppure se ne hai già uno ben chiaro e senti la necessità o il piacere di un confronto con me per raggiungerlo,  contattami per un primo colloquio gratuito.

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